…il tempo che passiamo insieme mi rinfranca
A dieci anni dalla morte di Carlo Maria Martini meditiamo e preghiamo, insieme a lui, con una sua invocazione preceduta da una riflessione di Dietrich Bonhoeffer:
Non c’è nulla che possa sostituire
l’assenza di una persona a noi cara.
Non c’è alcun tentativo da fare, bisogna
semplicemente tenere duro e sopportare.
Ciò può sembrare a prima vista molto difficile,
ma è al tempo stesso una grande
consolazione, perché finché il vuoto resta
aperto si rimane legati l’un l’altro per suo
mezzo.
E’ falso dire che Dio riempie il vuoto; Egli non
lo riempie affatto, ma lo tiene espressamente
aperto, aiutandoci in tal modo a conservare la
nostra antica reciproca comunione, sia pure
nel dolore.
Ma la gratitudine trasforma il tormento del
ricordo in una gioia silenziosa.
I bei tempi passati si portano in sé non come
una spina, ma come un dono prezioso.
Bisogna evitare di avvoltolarsi nei ricordi, di
consegnarci ad essi; così come non si resta a
contemplare di continuo un dono prezioso, ma
lo si osserva in momenti particolari e per il
resto lo si conserva come un tesoro nascosto
di cui si ha la certezza.
Allora sì che dal passato emanano una gioia e
una forza durevoli.
Dietrich Bonhoeffer
Ma se io, Signore,
tendo l’orecchio ed imparo a discernere
i segni dei tempi,
distintamente odo i segnali
della tua rassicurante presenza alla mia porta.
E quando ti apro e ti accolgo
come ospite gradito della mia casa
il tempo che passiamo insieme mi rinfranca.
Alla tua mensa divido con te
il pane della tenerezza e della forza,
il vino della letizia e del sacrificio,
la parola di sapienza e della promessa,
la preghiera del ringraziamento
e dell’abbandono nelle mani del Padre.
E ritorno alla fatica del vivere
con indistruttibile pace.
Il tempo che è passato con te
sia che mangiamo sia che beviamo
è sottratto alla morte.
Adesso, anche se è lei a bussare,
io so che sarai tu ad entrare;
il tempo della morte è finito.
Abbiamo tutto il tempo che vogliamo
per esplorare danzando
le iridescenti tracce della Sapienza dei mondi.
E infiniti sguardi d’intesa
per assaporarne la Bellezza
Carlo Maria Martini
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