La Chiesa: una Casa ospitale con il “profumo” del Pane
Lettera del Vescovo di Ariano Irpino – Lacedonia, mons. Sergio Melillo per l’Avvento 2022
In Avvento, da viandanti, ci mettiamo in cammino verso Betlemme, forse delusi come i discepoli di Emmaus ma, con una speranzosa attesa di ospitare nella nostra vita, tra le pareti domestiche di una Chiesa che profuma del Pane del Cielo, l’opera compiuta dal Padre nel grande Mistero della sua Incarnazione: «La mia casa è stata aperta ai viandanti, nessuno di loro ha passato la notte per la strada…» (Gb 31,32).
Per i credenti l’Avvento è questo “tempo” che ci consente di vedere Dio fra la semplicità delle nostre giornate e negli incontri di un’umanità che talvolta pare essersi smarrita.
Sorge, a questo punto, spontanea una domanda: di cosa profumano questi giorni d’Avvento?
Limitandoci ad un “olfatto” superficiale, sembrano essere contraddistinti dalle apprensioni riguardo il futuro, in un contesto segnato dalla povertà, dalla guerra, dalla disoccupazione, dallo sconforto giovanile e dall’indifferenza verso gli ultimi; quando l’Avvento indica la Verità che il Signore è tutt’ora presente fra noi: Egli condivide il freddo dell’inverno, le sofferenze delle famiglie che non riescono ad arrivare alle fine del mese, il dolore del lutto nell’aver perso una persona casa. A Natale celebriamo il “Dono” (la venuta di Dio fra noi) e la cultura del dono, per quanto siamo tentati a commercializzarla, è un aspetto propriamente cristiano.
Forse questi giorni profumano anche di dolci, di torroni, di cibo o di vino: anche questo ha un senso in quanto il Natale indica l’inizio di una grande festa: il Verbo si è fatto carne e viene ad abitare in mezzo a noi (cf. Giovanni 1,14). Accogliere la venuta di Dio in modo festoso è un bene per le nostre comunità, purché siamo disposti ad accogliere l’Altro.
Forse, in alcune case, questo Avvento profuma anche di muschio e di statuine: è il magico odore del presepe, chiamato a stupire ancora oggi piccoli e grandi. Ogni anno ci viene offerta l’occasione di prenderci cura dei nostri presepi per ri-scoprire il valore personale e comunitario del Natale.
Ma c’è un profumo che in questo Avvento non deve mai mancare nelle nostre case, nelle parrocchie e nelle comunità religiose: è il profumo del pane che è frutto della fatica e bisogno di tutti. Non è forse Betlemme «la casa del pane»? Un pane benedetto per ogni uomo, un pane “piccolo” che è impastato, cotto e spezzato per ciascuno noi.
In poche briciole di pane si rivela tutta la Verità. In tal senso, l’Avvento è di aiuto per realizzare al meglio quanto nella semplicità di un piccolo di pezzo pane o di un bambino appena nato, si mostra tutta la grandezza di Dio.
Quanta fiducia abbia avuto Egli nell’essersi messo nelle mani dell’uomo facendosi Lui stesso uomo? Quanta fiducia abbia avuto nel farsi condannare da uomini peccatori? Quanta fiducia ripone in noi nel farsi pane in ogni celebrazione?
Ricevere l’Eucaristia sia l’occasione propizia dunque per accogliere questo incommensurabile dono fra le nostre umili mani.
Perciò chiediamo il dono di saperlo accogliere con lo sguardo di fede, l’ascolto e l’ ospitalità.
Abbiamo bisogno di Pane vero, un pane che sia di sostegno e di profumo per il mondo intero.
Buon cammino d’Avvento verso il Natale