Testimoni

“Beati i profeti che non devono passare per la pancia della balena.”

Alex Langer parlando di don Tonino Bello pensava a Giona e a Ninive…

«Ai vecchi abitanti di Ninive se ne sono aggiunti tanti nuovi, la città è ancora troppo divisa e contrapposta, mancano spazi comuni, occasioni comuni di incontro e di azione tra persone di diversa provenienza».
fondazione Alex Langer

“È un tempo, questo, in cui non passa giorno senza che si getti qualche pietra sull’impegno pubblico, specie politico. Troppa è la corruzione, la falsità, il trionfo dell’apparenza e della volgarità. Troppo accreditati i finti rinnovamenti, moralismi abusivi, demagogia e semplicismo. Troppo evidente la carica di eversione e deviazione che caratterizza mansioni che dovevano essere di estrema responsabilità. Troppo tracotanti si riaffacciano durezza sociale, logica del più forte, competizione selvaggia. Davvero non si sa dove trovare le risorse spirituali per cimentarsi su un terreno sempre più impervio. Non sarà magari più saggio abbandonare un campo talmente intossicato da non poter sperare in alcuna bonifica, e coltivare semmai altrove nuovi appezzamenti, per modesti che siano? O dobbiamo forse riandare alla storia di Giona, precettato per recarsi a Ninive, a raccontare agli abitanti di quella città una novella pesante e sgradevole, tanto da indurlo alla diserzione, imbarcandosi sulla prima nave che andava in direzione lontana e contraria, pur di non portare il messaggio?”.

Nel 1995 (leggi su Mosaico di Pace) Alex Langer diceva: “L’autorità democratica come la conosciamo oggi, si basa essenzialmente sul consenso elettorale. Ciò significa che essa è costantemente sottoposta alla mediazione deformante dei mezzi di comunicazione di massa, e al rinnovo spasmodico ogni pochi anni (col voto), quando non addirittura nei mesi o settimane, attraverso l’uso frequente di sondaggi più o meno attendibili. Diventa difficile, dunque, esercitare un’autorità lungimirante e libera dalle pressioni demagogiche del breve e brevissimo periodo.
Ciò si riflette pesantemente su molte decisioni (o non-decisioni) particolarmente importanti e con conseguenze rilevantissime nel lungo periodo: pensiamo all’ambiente (costruzione di grandi opere, valutazione di impatto ambientale, decisioni che implicano autolimitazioni…), alle decisioni su pace e guerra, all’impostazione del sistema educativo e scolastico, alla pianificazione del territorio…: chi decide, dovrebbe spesso se vuole prendere decisioni sagge e consistenti pronunciarsi contro gli interessi e le pressioni del breve periodo, ma deve al tempo stesso basarsi su un consenso magari miope, nell’immediato. Il degrado dell’autorità in demagogia, immagine, effimero, sondaggio, facile popolarità, semplificazione… mette a dura prova le stesse prospettive della democrazia: ne possono derivare ingannevoli miraggi autoritari (videocrazia, deriva plebiscitaria, populismo…), fughe nel privato, perdita di fiducia e di partecipazione, spinte alla delegittimazione di ogni autorità, vista la sua scarsissima consistenza. (…) C’è quindi un forte bisogno di autorevolezza, di autorità rispettata e condivisa, credibile e ritenuta saggia, meglio legittimata e meglio fondata di quanto non si incontri oggi normalmente”.