Ceniamo insieme e poi discutiamo…
Comunione Aperta, messa libera, Intercomunione, Ospitalità Eucaristica… : diverse volte, in tempi diversi, c’è stato chi ha usato e chi ha contestato, anche aspramente, queste espressioni.
– Può mai la Cena essere chiusa, non libera, inospitale?
Alla Cena partecipano i cristiani, esseri umani, paurosi, traditori, divisi…
Signore, fa che la Tua Cena non sia la celebrazione delle divisioni, anzi, della divisione.
L’urgenza
– L’ intercomunione alla fine di un percorso (teologico, culturale, pratico…) oppure all’inizio?
No, non può essere la “fine” perché “serve” in itinere, subito, non alla fine: “l’Eucaristia fa la Chiesa”.
E non può essere l’inizio perché non siamo all’inizio.
Il Pane del cammino, oggi
“Durante il cammino, … interpretò le Scritture alle luce di tutto quello che era accaduto, … quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro e si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” (cfr Luca 24).
Oggi … interpreta le Scritture e spezza il pane, oggi.
Il Pane dei naufraghi, adesso
“Detto questo, [Paolo] prese un pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare. Tutti si fecero coraggio e anch’essi presero cibo.” (Atti 27,35)
E adesso, siamo noi i naufraghi, noi i pagani che hanno bisogno del Pane, tutti insieme e adesso.
“Diversità riconciliata”: non è la strada
“La nozione di «diversità riconciliata» … non prevede più il rinnovamento delle chiese. Si finisce per addormentarsi, ammettendo la diversità senza più prendere atto dei cambiamenti, delle riforme, che sono esigiti in vista della visibilità dell’unità. La massima dell’ecumenismo che mi ha sempre convinto recita: «Più ci avviciniamo a Cristo, più ci avviciniamo gli uni agli altri». E questo movimento in avanti, verso Cristo, non è più presente nel concetto della diversità riconciliata, perché tutto vi rimane statico, il movimento è escluso.” (Jurgen Moltmann)
Alzare il livello
“Tutto si risolve «su di un piano superiore che conserva in sé le preziose potenzialità delle polarità in contrasto» … ci sfida a superare prospettive limitate, soluzioni pragmatiche che rimangono chiuse in aspetti parziali delle grandi questioni, al fine di cercare vie più ampie e coraggiose…” (Cfr. Querida Amazonia 104-105)
La paura dell’incarnazione
Il relativismo individualistico, la fede dei riti che non si fanno carne, lo shopping dei segni e dei sacramenti sono alcuni dei limiti che ci devono spingere a non cercare “soluzioni” solo esterne, senza la “conversione” delle comunità e di ogni persona.
Ma le sfide più grandi sono attualissime ed antiche, non possono essere ignorate o aggirate, non si possono “rimandare” non si “capirebbe” la Cena del Signore:
La Grazia a caro prezzo
“Grazia a buon mercato è annunzio del perdono senza pentimento, è battesimo senza disciplina di comunità, è Santa Cena senza confessione dei peccati, è assoluzione senza confessione personale. Grazia a buon mercato è grazia senza che si segua Cristo, grazia senza croce, grazia senza il Cristo vivente, incarnato.
Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l’uomo va e vende tutto ciò che ha, con gioia; la perla preziosa, per il cui acquisto il commerciante dà tutti i suoi beni; la Signoria di Cristo, per la quale l’uomo si cava l’occhio che lo scandalizza, la chiamata di Gesù Cristo che spinge il discepolo a lasciare le sue reti e a seguirlo.” (Dietrich Bonhoeffer)
Non “svuotare” la Presenza
“Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene perché lo sono. Se dunque io che sono il Signore e Maestro v’ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Poiché io vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come v’ho fatto io.
L’istituzione dell’eucaristia si chiude con parole quasi eguali: – Fate questo in memoria di me.
I cristiani di tutti i tempi hanno trovato più facile ripetere la presenza eucaristica che la presenza della carità, dimenticando che non si può capire una mensa dalla quale, almeno uno, dietro l’esempio del Maestro, non si alzi per continuare nel mondo quella carità che è il fermento celeste del pane del mistero.” (Primo Mazzolari)
23 febbraio 2020 Giuseppe Pastena